Teatri di Siena

Luogo

Teatro dei Rinnovati, Siena

Data

18 Dicembre, 2024
Ore 21.00

Durata

Abbonamento

SIENA IN OPERA

TOSCA

Melodramma in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. Prima rappresentazione 1900.

L’opera
Tratto dal dramma storico di Victorien Sardou, la vicenda personale di Floria Tosca, fatta di arte e gelosia, si staglia sullo sfondo della storia italiana. Roma anno 1800: dopo la vittoria di Napoleone Bonaparte nella prima campagna d’Italia, con la soppressione del potere temporale del Papa e la proclamazione della Repubblica Romana, con l’allontanarsi delle truppe francesi, l’esercito borbonico di Ferdinando IV abbatte la Repubblica, processa e giustizia i ribelli e ristabilisce il potere del Papato. È qui che si innesta la storia di Tosca, il cui amato, il pittore Mario Cavaradossi, nasconde Angelotti, ex console della Repubblica Romana, in fuga dalle truppe napoleoniche. Tosca, fraintendendo il gesto generoso e patriottico di lui, si convince che dietro a quello strano comportamento ci sia un tradimento. Ignara, sulla strada della gelosia, guida gli sgherri di Scarpia, capo della Polizia, nel covo di Angelotti, che tuttavia riesce a nascondersi senza farsi trovare. Cavaradossi invece viene catturato e torturato, ma non rivela il nascondiglio dell’amico. Tosca, che ascolta da fuori l’interrogatorio, dilaniata dalle grida di dolore di Mario, cede per prima e rivela il luogo. Cavaradossi viene condannato alla fucilazione; Tosca, disperata, supplica Scarpia di avere pietà. Egli le accorda una esecuzione fittizia e un salvacondotto per fuggire insieme, solo a patto che la donna si conceda. Lei, disgustata, accetta, ma quando Scarpia si avvicina per riscuotere il suo “compenso”, afferra il pugnale sul tavolo e lo uccide. Castel Sant’Angelo: si prepara la fucilazione, che Tosca crede una messa in scena, secondo la promessa di Scarpia; non è tuttavia così, perché, con sgomento, scopre che l’amato è morto davvero. Lei, sconvolta, inseguita dai poliziotti, che hanno scoperto il cadavere di Scarpia, si getta dal castello.

Note di Regia

Quando si parla di Tosca, si parla di Roma e quando si pensa a Roma, si pensa all’eternità, alla ‘Grande Bellezza’ espressa e tramandata soprattutto attraverso l’arte. Un’arte grandiosa, quella di Tosca, che parte dell’architettura rinascimentale di Castel Sant’Angelo (già su vestigia classiche e medievali) e di Palazzo Farnese, passa al barocco di Sant’Andrea della Valle e giunge fino al neoclassicismo e allo “stile impero” napoleonico. Questo allestimento si sviluppa partendo proprio dalle suddette correnti artistiche, che forniscono (nella forma pittorica) immagini e suggestioni non solo riguardo i luoghi reali in cui è ambientato il dramma, ma anche per descrivere, sempre attraverso la simbologia del dipinto, le emozioni dei personaggi o “ciò che non si vede”: l’arte sacra e l’arte profana (trasmesse e contaminate attraverso la video art) conservano quell’atmosfera di storicità che fa di Tosca, appunto, un dramma storico. Drammaturgicamente Tosca è una delle opere più teatrali che ci siano (è una dramma anche la versione in prosa di Sardou) e, purtroppo, si sa, non c’è nulla di più falso del teatro. Registicamente, quindi, si pone una grossa questione: Tosca deve essere teatrale o deve essere vera? Questa sfida è stata affrontata cercando un compromesso: lasciare al teatro la sua finzione, attraverso un allestimento più simbolico che realistico, e cercare la verità nelle relazioni tra i personaggi, distaccandosi dalle “pose di tradizione” per indagare il comportamento umano e le reazioni agli accadimenti. Scelta sbagliata? Non credo… ma, in fondo, Tosca è l’opera delle scelte sbagliate: tutti fanno la scelta sbagliata (Mario sbaglia a chiudere la porta della chiesa, Angelotti sbaglia a far cadere il ventaglio, Scarpia sbaglia a far tuonare il cannone del castello, Tosca sbaglia a fidarsi di Scarpia). Se abbiamo sbagliato anche noi, siamo rimasti fedeli ai personaggi.
Lorenzo Lenzi

Incontro con il pubblico

Crediti

Orchestra del Festival Puccini di Torre del Lago
Marco Severi direzione
Lorenzo Lenzi regia
Costumi Il Chiacchierino
Scene Orfeo in Scena
Con Valentina Boi, Samuele Simoncini, Francesco Landolfi, Claudio Mugnaini, Simone Rebola, Rocco Sharkey, Veronica Niccolini, Unione Corale Senese “Ettore Bastianini”

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