Con questa creazione, Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo. Lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”. Al centro, un universo coreografico che mette il corpo, con la sua naturale bellezza e la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile.
BACH: tenera e fragile bellezza
La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach prevedono un corollario di suoni della natura e del mondo animale. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti.
Ascoltare la natura e i suoi “silenzi”, per un ritorno a un mondo dove sia ancora possibile intendere la “straziante e meravigliosa bellezza del creato“. Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre per il musicista tedesco è il fattore trainante che ha permesso di comporre tra soli, duetti, trii e ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più care.
La musica di Bach ha da sempre esercitato un forte richiamo sul coreografo. Questa, infatti, rappresenta il contrasto e la sintesi musicale ideale per la sua danza, sensuale e istintiva come sempre. Inoltre, è attenta anche a mettere in risalto due aspetti che l’uomo di oggi ha osservato in se stesso: la sua fragilità e anche la sua tenerezza.
Fragilità e tenerezza che la danza mostra con l’intenzione, che è anche un augurio, di raggiungere la quieta e la pace per tutto ciò che concerne la natura, uomini compresi. Molte produzioni del repertorio della compagnia (Silent as, Patria, Naufragio con spettatore, ecc) hanno nella colonna sonora alcuni brani di Bach, da qui il desiderio di ricomporre, sviluppare ed elaborare in altra forma queste coreografie realizzate nel tempo.
Uno spettacolo speciale
La ricorrenza dei 30 anni di attività della Compagnia Zappalà Danza è stato per il coreografo l’occasione per costruire ex-novo e in alcuni casi ri-coreografare questi brani, e dedicare questo omaggio al suo compositore preferito. In “Rifare Bach”, nessuna drammaturgia articolata e nessun intellettualismo. Soltanto una stretta relazione tra l’estetica più eterea della musica e quella più carnale della danza per un viaggio denso di poesia.
Il titolo ‘Rifare Bach’ vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco. E alcune di queste saranno parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.
RIFARE BACH
“Gli esseri umani hanno da sempre guardato alla natura per comprendere il senso del loro essere qui e delle loro azioni. La natura è comune a tutti ed è la madre di tutti, considerare la natura equivale a considerare l’universalità delle cose. La definizione etimologica di universo pone l’accento sull’unità di corpo e scopo quindi universalità equivale alla volontà di unire tutti in una dimensione di convivenza.
La musica di Bach per quanto mi riguarda riesce ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività infinita così come lo è la natura, anche quella che (nei suoni) sarà presente nel mio lavoro e che ha stimolato la mia capacità cognitiva di creare e inventare e così il mio processo di acquisizione di conoscenze e comprensione attraverso il pensiero Uno spazio dove silenzio, ascolto, percezione e gesto saranno presenti in modo unitario nel rispetto delle singole differenze.”
Pasolini, “Che cosa sono le nuvole?”