Una riscrittura del mito greco di Dedalo ed Icaro, raccontato per la prima volta in danza dal punto di vista di Icaro.
Una toccante e vibrante interpretazione dell’attore Roberto Gonnelli e del danzatore Luciano Nuzzolese che lascia senza fiato. Partendo dalla libera interpretazione dal mito, quello che Francesca Selva esplora è il rapporto padre-figlio, lo scontro generazionale che apre lo scenario della perdita di valori e punti di riferimento di coscienza politica e sentimentale.
Due gli interpreti, Dedalo ed Icaro, un attore e un danzatore, per una interpretazione moderna dell’antica tragedia. Come sempre per quanto riguarda la drammaturgia classica, capace di essere archetipo di ogni conflitto e pena e tragedia umana.
Dedalo si trova di fronte un figlio che non conosce, che ha delle aspirazioni che non riesce a comprendere. Solo il dialogo difficile tra loro, una danza tutta da inventare, permetterà a Dedalo di donare all’amato figlio le ali per la libertà. In questo straordinario affresco, la Compagnia sembra provocarci suggerendoci che se per tutti Dedalo è il genio, l’ingegnere costruttore del labirinto, se visto con gli occhi di Icaro, egli è solo un padre. Un padre che ha dimenticato di essere stato anche lui ragazzo. Un uomo preda del disincanto che non apprezza più l’euforia che un giovane cuore sperimenta le sue prime volte.