Il progetto della compagnia Motus Danza, in occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante, analizza la figura senese di Pia de’ Tolomei, come simbolo della violenza di genere.
Tutte le figure coinvolte nella storia di questa morte cruenta hanno una serie di caratteristiche comuni legate all’origine territoriale Toscana. Pia è senese, Dante è fiorentino, Nello dei Pannocchieschi è podestà di Volterra e Lucca. Ma anche i luoghi sono fortemente legati allo svolgersi degli eventi. Il viaggio di Pia e Nello, infatti, si svolge attraverso la Maremma passando per Sovicille, per giungere al Castel di Pietra, dove la donna resterà rinchiusa fino alla sua morte violenta.
Nelle poche e discrete parole di Dante che incontra l’anima di Pia, i legami con il territorio sono evidenziati anche come concausa della tragedia.
Siena mi fè, disfecemi Maremma.
L’idea dello spettacolo è nata dal fatto che una giovane coreografa senese potesse cimentarsi nella creazione di un’opera tutta incentrata su una vicenda di violenza avvenuta proprio a Siena nel Medioevo. Una storia ingiusta e cruenta, allora come oggi. Quel femminicidio, di cui è stata vittima Pia dei Tolomei in un lontano XIII secolo, è ancora oggi in Italia fra le più gravi, ancorché sottovalutate, emergenze sociali.
Il fulcro del progetto coreografico ruota attorno al corpo simbolo di una giovane donna, costretto nello spazio di un castello-prigione. Un corpo scaraventato dalla finestra dai sicari del marito, che diventa materia stessa del gesto attraverso il quale si materializzano i ricordi di un amore malato e funesto.