Una delle sfide della danza contemporanea sta nella difficoltà di arrivare in tutti i teatri, soprattutto fuori dalle grandi città.  Esistono, per fortuna, virtuose eccezioni, come quella dei Teatri di Siena che nel cartellone 2022-23 ha inserito ben quattro spettacoli di danza contemporanea, presenti anche in abbonamento. Occorre ammettere che esista una diffidenza nei confronti di un’arte performativa ritenuta prodotto elitario. Un linguaggio complesso da comprendere per cui si pensa sia necessario possedere un certo allenamento dello sguardo.
Una difficoltà legata principalmente alla scarsa familiarità con un genere che, paradossalmente, ha molte meno barriere linguistiche e strumentali.

Se sembra rischioso proporre spettacoli di danza contemporanea nei teatri italiani, forse si tratta di un rischio che vale la pena correre!

A gennaio 2023 il cartellone dei Teatri di Siena propone alcune interessanti produzioni di danza contemporanea del panorama nazionale e internazionale: il 13-14-15 gennaio la danza aerea della compagnia No Gravity Dance Company con INFERNO, il 27-28-29 gennaio va in scena MEMENTO con la coreografia di Nyko Piscopo. A fine marzo (20-21) BOYS DON’T CRY

Spettacoli che, come tutti i linguaggi artistici contemporanei, rispecchiano la società attuale diventando portatori di un messaggio che cresce, si evolve e cambia in base a ciò che ci circonda. Nuove le tematiche, ma anche le regole stilistiche e, più in generale, l’esperienza che si vuole comunicare allo spettatore e condividere con il pubblico.

inferno

Inferno è uno spettacolo che gira nei teatri da 15 anni, difficilmente incasellabile in un genere: non è danza, nel senso che non appartiene alla storia della danza, non è prosa, non è physical theatre. Cos’è? Inferno é uno spazio teatrale dove si annulla la fisica della realtà, un esperimento teatrale sognato ad occhi aperti.  Nella collaborazione di lunga data tra Emiliano Pellisari e Mariana/P, il ruolo del danzatore si è evoluto fino a produrre una complessa azione scenica. I ballerini non danzano propriamente, ma eseguono movimenti in scena secondo una grammatica coreografica che va oltre la storia della danza. I danzatori sono le super-marionette di Craig: sono attori che creano lo spazio in cui agiscono: non c’è una scenografia né una parola che possano indicarti chi sono, cosa sono, dove sono. Loro stessi costruiscono il mondo che animano. L’apparato scenografico illusionistico è minimo a favore di una libertà espressiva maggiore delle coreografie. Danzatori, atleti e acrobati sfidano la gravita e immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti.
Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dalle immagini più forti dantesche. Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e l’illusione si coniugano con la danza, il physical theatre e la mimica.

“Le donne e gli uomini, terrestri e divini, mortali e immortali, che Dante racconta nella Divina Commedia non sono corpi. Ma intelligenze, memorie, visioni, desideri, idee: anime. E le anime non pesano. Questa intuizione fisica e poetica è il punto di appoggio dal quale prende, letteralmente, il volo l’allestimento di Emiliano Pellisari” Sandro Cappelletto

Memento con le coreografie di Nyko Piscopo di Cornelia Dance Company, arriva al Teatro dei Rinnovati l’ultimo fine settimana di gennaio (27-28-29). Lo spettacolo, dopo il successo della première internazionale in Polonia al Gdańsk Dance Festival, ha frequentato i palcoscenici europei e italiani portando in scena una pièce di danza che si fonda sul non-evento. Come nel capolavoro “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, la tensione è creata dal susseguirsi di speranze che non trovano uno sfogo concreto. Allo stesso modo, nella vita, ogni momento è attesa di qualcosa di definitivo che poi si scopre essere, una volta ottenuto, frammentato e soggettivo.

All’interno della coreografia i performer vivono quest’attesa e, nella ricerca di una risposta definitiva alla loro condizione esistenziale, cercano conforto l’uno dall’altro, si sfidano, oppure tendono tutti verso lo stesso punto. Alla fine, la meta stessa del loro viaggio si concretizza nel ricordo (memento) di questi rapporti e delle sensazioni che hanno sentito, rendendo la stessa un momento rituale, un atto sacro, eterno.

Quel che accade in “Memento” è semplicemente un happening tra i danzatori non vincolato a una storia, che regala un vero e proprio viaggio immaginifico sul senso della vita e sulla speranza di ritrovare qualcosa che si è perso. Racconta il coreografo Nyko Piscopo – “Memento” significa “ricordo” e io lo intendo come sentimentale e viscerale.
Per questo lavoro, Nyko Piscopo ha scelto di mettere in scena frammenti del proprio vissuto. Non si tratta, però, di un semplice racconto di ciò che è successo durante alcune relazioni che ha costruito in particolari momenti della sua vita.
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la danza contemporanea a Siena

fotogramma dal video dello spettacolo – MEMENTO

Innovativo, fuori dagli schemi e senza etichette, Memento è celebrazione del sé in ogni sua forma e poggia le sue basi sulla gender equality. Ai performer viene chiesto di rinunciare alle caratteristiche intrinseche legate al loro genere o agli stereotipi su di esso. Lo sguardo diventa fisso, le espressioni facciali limitate, anche se si dà la possibilità di esprimere, in base alla sensibilità scenica, l’emotività percepita. Nulla deve partire da un’idea, ma da un impulso interno: così il corpo non si trascina dietro una gestualità stereotipata e le dinamiche coreografiche si costruiscono libere da schemi. L’uomo allora può essere sollevato dalla donna, se la necessità interiore della coppia in scena lo richiede, invertendo (o seguendo) i canoni senza barriere preconcette.

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