Essere uguali. Essere diversi.
Cosa ci fa sentire “a posto” oppure “in difetto” rispetto a come “si dovrebbe essere”?
Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, lo spettacolo cerca di emozionare intorno all’idea che tutti, ma proprio tutti, possano cercare di rendere la propria debolezza una forza. Da qualsiasi punto si parta e in qualsiasi condizione ci si senta. Un modo per alzare gli occhi e guardare il grande cielo che ci circonda. Quel cielo nel quale la vita, qualunque vita, ci chiede di provare a volare.
La fiaba di Andersen a cui il titolo si ispira è qui vista come un archetipo. Una fiaba che si modifica per parlare a questo presente.